Azione collettiva Booking: possibile anche per gli alberghi
Gli alberghi svizzeri possono unirsi a un’azione collettiva in tutta Europa contro Booking.com. Il procedimento è coordinato dall’associazione mantello europea del settore alberghiero e della ristorazione HOTREC.
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Con un’azione collettiva a livello europeo, le strutture ricettive svizzere possono chiedere il rimborso di una parte dei danni finanziari subiti a causa delle clausole di parità tariffaria abusive applicate da Booking.com. HotellerieSuisse e GastroSuisse accompagnano e sostengono le aziende socie nella partecipazione al procedimento. Gli hotel interessati possono registrarsi entro la fine di luglio. Il procedimento è organizzato dalla federazione europea del settore alberghiero e della ristorazione, HOTREC, ed è sostenuta da associazioni di 25 Paesi europei.
L’azione collettiva contro booking.com verte sui danni finanziari causati dalle clausole di parità tariffaria anticoncorrenziali che erano in vigore anche in Svizzera fino al loro divieto nel 2022. «HotellerieSuisse accoglie questa iniziativa legale e invita le aziende interessate a valutare loro partecipazione», afferma Nicole Brändle, direttrice di HotellerieSuisse.
Azione collettiva aperta a tutte le strutture ricettive
L’azione collettiva sarà presentata alla fine di luglio nei Paesi Bassi da una fondazione specializzata e si basa sul diritto europeo della concorrenza. Possono partecipare tutti gli alberghi con sede in un paese europeo (anche al di fuori dell’UE) presenti su Booking.com tra il 2006 e il 2024. L’obiettivo è ottenere un indennizzo finanziario per le aziende. L’attenzione si concentra sulle controverse clausole di parità tariffaria: per anni hanno obbligato le strutture ricettive a non offrire prezzi o condizioni migliori di Booking.com su nessun’altra piattaforma, nemmeno sul proprio sito web.
Ottenere giustizia retroattivamente
Il contesto dell’azione legale è un impegno di lunga data a favore di condizioni di mercato
eque nel settore delle prenotazioni digitali. Già nel 2015 la Commissione della concorrenza aveva classificato l’uso di determinate clausole di parità tariffaria come distorsivo della concorrenza in Svizzera. Ma ci sono voluti altri sette anni prima che tutte le clausole venissero vietate per legge in Svizzera. Durante questo periodo, HotellerieSuisse e GastroSuisse, insieme a un’ampia alleanza, si sono impegnate sistematicamente per gli interessi del settore. La presente azione mira in particolare al risarcimento dei danni finanziari relativi al periodo precedente al divieto.
Prenotazioni dirette impedite per anni
L’azione afferma che Booking.com è riuscita a imporre commissioni artificialmente eccessive (fino al 18%) grazie alle clausole di parità tariffaria, limitando così la concorrenza tra le piattaforme di prenotazione e minando in modo mirato la distribuzione diretta da parte degli alberghi. Ciò ha favorito, dal punto di vista della parte attrice, una struttura oligopolistica distorsiva del mercato OTA. Il finanziamento del contenzioso è a carico di un finanziatore esterno. Le aziende svizzere che partecipano all’azione collettiva non si assumono quindi alcun rischio finanziario.
Le sfide nel mercato delle prenotazioni digitali rimangono
Nonostante il divieto delle clausole di parità tariffaria nel 2022, permangono problemi strutturali nella gestione delle piattaforme di prenotazione. Un’indagine settoriale pubblicata a marzo da HotellerieSuisse ha dimostrato ancora una volta che il cosiddetto undercutting e i programmi di sconti non trasparenti delle piattaforme creano confusione e compromettono la politica dei prezzi delle aziende. Anche il mancato accesso ai dati della clientela rende più difficile una concorrenza leale e ostacola l’instaurazione di relazioni durature con essa. L’impegno di HotellerieSuisse e GastroSuisse a favore di una concorrenza leale in ambito digitale proseguirà quindi anche dopo la causa legale, così come diversi sforzi per promuovere i canali di prenotazione diretta.
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